Retribuzione collaboratore odontoiatrico: come funziona

Francesco D'amelio
gestire studio odontoiatrico come impresa

Retribuzione collaboratore odontoiatrico: come funziona

Solitamente come calcoli la retribuzione del tuo collaboratore odontoiatrico? Scegli la migliore soluzione tra a giornata, a ore, a forfait

 Retribuzione collaboratore odontoiatrico: come funziona

È venuto il momento delle domande cruciali: solitamente come calcoli retribuzione del tuo collaboratore odontoiatrico?

Sono sicuro che la maggior parte di voi paga i propri collaboratori a percentuale, un importo che oscilla fra il 30 e il 40% del guadagno lordo, calcolato in base all’ esperienza del collaboratore. 

Ok, facciamo finta che sia il tuo primo giorno da odontoiatra e cerchiamo di debellare questa sciagurata piaga che affligge il mondo odontoiatrico da decenni.

Hai mai calcolato il costo orario della tua struttura? Sai quanto ti resta di un trattamento dopo aver dato il 30 o 40% al collaboratore odontoiatrico?

Te lo dico io. Innanzitutto, se non ci fosse l’inflazione che si abbatte su ogni attività di libera professione, forse sarebbe più facile anche concederci la retribuzione a percentuale. Ma poiché è con l’inflazione che dobbiamo fare i conti tutti i giorni e soprattutto a fine di ogni anno contabile, non ci resta che trovare un’altra soluzione più profittevole per il nostro studio  odontoiatrico.

Perciò ora ti mostro perché la retribuzione a percentuale è disastrosa.

A causa dell’inflazione tutti i costi dello studio odontoiatrico, dai materiali alle attrezzature, dai dipendenti alle utenze per finire con le tasse, sono in continua crescita e destinati ad aumentare nel tempo. L’unica soluzione che hai per far fronte a questo  continuo aumento delle spese è alzare i prezzi. Quindi, se un’otturazione nel 2000 costava €90, nel 2022 ne costa 130. Ma cosa accade se di questi prezzi aumentati tu continui a dare la stessa percentuale al collaboratore che ha eseguito il trattamento? Inevitabilmente mentre aumenti i prezzi aumenti contemporaneamente anche le due uscite, finendo con ridurre i tuoi profitti. Tra qualche anno aumenterai ulteriormente i prezzi e così via, in un miserabile giro attorno a te stesso senza crescita degli utili. 

Nota bene: quando parliamo di utili sulle prestazioni fatte da un collaboratore dobbiamo considerare ciò che ci resta in tasca al netto dei costi dei materiali, del personale e in generale del costo orario della struttura, che raramente calcoliamo.

Durante i miei corsi, andiamo a calcolare il costo orario dello studio dei corsisti.

Quest’ultimo parametro mediamente si attesta intorno a circa €145 all’ora. Sicuramente questo importo non corrisponde al costo orario del tuo studio, ma è una traccia utile per farti capire come molto spesso ci illudiamo di avere un profitto dal lavoro svolto dal nostro collaboratore odontoiatrico quando invece stiamo realizzando una perdita.

Ora, dopo tutto il lavoro fatto per avviare il tuo studio odontoiatrico, ti pare normale che i tuoi utili debbano essere mangiati da un collaboratore strapagato? 

La prima cosa da fare è cambiare il metodo di retribuzione del tuo collaboratore.

Ecco le tre modalità di pagamento onesto e per te vantaggioso:

  • a listino;
  • a ore;
  • a giornata o a forfait.

Come vedi la percentuale non è contemplata.

A listino

Pagare il collaboratore a listino significa creare un tariffario fisso per lui: a ogni prestazione che effettua corrisponde un importo che gli devi corrispondere. Non c’è nessuna percentuale fissa,  ma un valore fisso attribuito preventivamente a ciascuna prestazione.

Non devi far altro che costruire un tariffario per i collaboratori e proporlo all’inizio del vostro rapporto.

Ti spiego meglio.  Nel mio studio faccio pagare un’otturazione di seconda classe 165€ al paziente e do 40€ al collaboratore odontoiatrico. Calcolatrice alla mano, al collaboratore corrispondo una percentuale del 24%. Mi rendo conto che sia assolutamente improponibile a persone abituate a lavorare in studi dentistici per almeno un 30% del guadagno relativo a determinata prestazione. Ma mettiamoci nei panni di un giovane collaboratore odontoiatrico che si troverà, con la media di 2 otturazioni in 60 minuti, a guadagnare €80 l’ora.

Capisci bene che con questa valutazione potremmo permetterci di abbassare ancora il nostro tariffario per collaboratori, riducendo il costo a 35 euro; il che significherebbe per lui andare a guadagnare €70 l’ora eseguendone due. Non male, vero?

Ora bada bene: nello studio medio un’otturazione di seconda classe viene fatta pagare 120€ e al collaboratore odontoiatrico viene corrisposto il 30%, risultato 36€ per otturazione. 

<<E grazie al cazzo>> dirà il Toni di turno col suo studietto anni 80. << Se fai pagare un’otturazione €165 puoi permetterti di tenere le percentuali che vuoi con i tuoi collaboratori, che nemmeno se ne accorgono.>>

Bravo Toni!

Questa volta devo darti ragione ed è per questo che non mi stanco di ribadire che è fondamentale avere un tariffario medio-alto per i pazienti.

Ma non è tutto. Se hai un tariffario medio-alto, hai anche guadagni sufficienti per permetterti di essere uno studio sempre all’avanguardia, con macchinari innovativi e una formazione sempre aggiornata. La maggior parte dei collaboratori, quelli seri che vogliono continuare a crescere, sono molto più interessati al prestigio dello studio odontoiatrico in cui vanno a lavorare che non alla differenza di qualche euro sul costo della prestazione.

 A ore

La retribuzione a ore non è tra le mie preferite, perché sostanzialmente il collaboratore viene retribuito in base al tempo che passa all’interno dello studio e non in base a ciò che fa.

Facciamo l’esempio restando sempre sul tema otturazioni che già abbiamo chiarito. Il collaboratore che nel tuo studio si occupa di conservativa viene pagato, ipotizziamo, 50€/l’ora per ogni ora in cui fa otturazioni e, se salta il paziente, non viene pagato.

Questo metodo di retribuzione a me non piace perché rischia di non incentivare il collaboratore a lavorare di più nell’unità di tempo. Se ci troviamo di fronte a un collaboratore stacanovista il problema non si pone, ma in caso contrario rischiamo di avere nel nostro studio un peso economico che non rende quanto dovrebbe.

Capisci bene che potresti trovarti in due situazioni opposte.

  1. Se in 2 ore un collaboratore odontoiatrico riesce a realizzare 4 o 5 otturazioni semplici, tu guadagni molto.
  2. Se, al contrario, in due ore fa a stento 2 otturazioni, ci perdi.

Motivo per cui trovo il metodo a ore è troppo rischioso. 

Come avremo modo di vedere nel capitolo dedicato alla gestione finanziaria, se in 2 ore spendo 100 euro per il collaboratore e ho un costo orario di 150€/l’ora, vado certamente in perdita. Chi è l’unico che ci guadagna? Solo il mio collaboratore.

A giornata o forfait

Retribuire un collaboratore a giornata o forfait significa assicurargli una retribuzione fissa per una giornata di lavoro, a prescindere dalla presenza o meno di pazienti e dalle prestazioni eseguite dall’operatore.

Non è secondo me una grande soluzione a meno che non venga scelta in concomitanza di qualche combinazione di fattori:

  • presenza del collaboratore in studio per un solo giorno a settimana, evitando che si occupi anche di altre branche odontoiatriche oltre a quella concordata;
  • pagamento da parte dello studio di tutte le spese di laboratorio legate al trattamento per cui è stato scelto;
  • accurato studio del rapporto tra gli utili generati dall’odontoiatra in un mese, con retribuzione a forfait.

Questo modello può rappresentare una soluzione piuttosto proficua se utilizzato per gestire un collaboratore odontoiatrico molto specializzato in uno studio con un gran volume di pazienti.

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